Chi è il coach olistico: Intervista a Massimo Falegnami
Intervista a Massimo Falegnami
Chi sei e di che cosa ti occupi?
Sono un Coach olistico e uno scrittore, ho una certificazione Omega Health Coach in Training di Roy Martina.
Il mio operato è nella gestione delle emozioni che possono influire sull’aspetto fisico e provocare patologie psicosomatiche.
Usando tecniche per riportare equilibrio energetico e benessere provo ad essere d’aiuto alle persone che si rivolgono a me.
In merito alla scrittura ho pubblicato tre libri:
Un’autobiografia dove affronto l’amore karmico, l’accettazione della malattia e l’HIV, l’emotività in generale.
Un romanzo che affronta il sentimento d’amore e l’amicizia tra un ragazzo etero e un ragazzo gay.
Un saggio diaristico scritto durante il primo lockdown dove tratto argomenti emotivi con suggerimenti pratici.
In pubblicazione, c’è un saggio sulle Leggi Universali e Spirituali con vari spunti di riflessione e consigli pratici per metterle in uso quotidianamente.
Qual è il metodo che ritieni valido per i percorsi che proponi?
Il mio metodo di operare è innanzitutto instaurare empatia e utilizzare l’ascolto attivo per poter percepire tutte le sfumature di ciò che non va in una persona, ponendo le giuste domande per entrare in contatto con le emozioni che le provocano malessere.
I modelli o tecniche che utilizzo sono di natura olistica e prevedono l’osservazione della completezza della persona: valutando la stessa metto in pratica alcuni metodi come il rilassamento, la meditazione e varie tecniche del perdono.
Ho impostato anche dei corsi individuali, per poter migliorare l’autostima, la relazione con le emozioni, equilibrare l’interiorità con l’esteriorità.
Come differisce il tuo metodo dagli altri?
Inizialmente valuto la persona e considero attentamente se ci possono essere dei presupposti per affrontare un percorso insieme, altrimenti evito per il mio bene e il bene dell’altro.
Credo che l’etica sia il primo fattore fondamentale, e cerco di far capire in maniera cortese e semplice che non ci sono presupposti per poter proseguire un percorso insieme.
Credo infatti che non tutte le persone siano pronte ad affrontare un miglioramento olistico, con pratiche energetiche e soprattutto andare a scavare nel proprio intimo profondo, proprio per poter arrivare a un risveglio emotivo.
Qual è la tua visione del sistema vita?
La mia visione della vita rispecchia la semplicità e l’osservare le situazioni dall’esterno, senza tralasciare le varie sfumature, dare gli strumenti per valutare le situazioni da un’altra prospettiva e con ottimismo.
Credo fermamente che tutto ciò che si immette nel nostro cammino possa avere un senso ben preciso e per questo va preso in considerazione e riportato a un chiarimento interiore, senza giudicare e interpretando il messaggio che ci sta portando.
Che esso sia piacevole o no, siamo qui per accrescere e sperimentare.
Da dove parte il tuo cambiamento per l’autorealizzazione?
Il mio cambiamento è avvenuto molto tempo fa, quando la vita mi ha messo di fronte a fattori importanti e dolorosi sotto vari aspetti.
Nel momento di disperazione ho preso in mano la mia vita guardando il dolore e trasformandolo in forza per continuare il cammino più consapevolmente.
Questo cerco di trasmetterlo nella mia professione, dimostrando al cliente che solo con coraggio possiamo andare avanti e avere risultati.
Chi sono per lo più le persone che arrivano da te per essere aiutate?
Credo che il coaching olistico sia adatto a chiunque, certo non è ben compreso dalla maggior parte delle persone, essendo una metodologia ancora poco riconosciuta. Posso rilevare che le donne sono in maggioranza. Hanno meno difficoltà ad approcciarsi, l’uomo fa più fatica e si avvicina sempre con un certo riservo e credo infatti che chi ha la forza di farlo poi ha ottimi risultati.
Generalmente la fascia di età è quella media.
Cos’è che rende più difficile il cambiamento per una persona?
La cosa che impressiona maggiormente le persone è la paura dell’ignoto, quando si parla di cambiamento si tocca quella sfera emotiva del dubbio, di cosa possa esserci al di là del proprio modo di essere e pensare.
La trasformazione emotiva va coltiva e compresa, passo dopo passo.
Il cambiamento è uno stato che va fatto assaporare con la piacevolezza del volerlo ottenere e il modo migliore è quello di accompagnarlo nella sua crescita.
Personalmente faccio fatica a comprendere il perché dell’avere paura a cambiare, forse perché nella mia vita ho veramente cambiato molto, passando da situazioni del tutto diverse tra loro, per me è stato il sale della vita.
Dove risiedono la maggior parte dei conflitti che rendono più impervi i cambiamenti nelle persone?
I maggior conflitti sono a livello mentale emotivo: quando le emotività si stratificano e giorno dopo giorno si fortificano diventa difficile districarsi da questo groviglio.
Il corpo interviene e ci invia dei segnali, i messaggi del nostro fisico sono sempre ben mirati e provocano patologie psicosomatiche. Quando si riesce a risolvere i conflitti emozionali, anche il nostro corpo si auto-guarisce.
Le persone che si rivolgono a me lo fanno per un fattore strettamente emotivo, le emotività quando sono squilibrate portano malessere e disorientano perché non si riesce a gestirle.
Spesso l’emotività tende a turbare ed è il motivo per cui chi viene da me, lavorandoci su, scopre che un certo disagio arriva da una situazione emotiva che mai avrebbe immaginato.
Qual è la citazione che rispecchia di più la tua visione per il cambiamento?
“Quella che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
RICHARD BACH
Questa citazione la trovo essenziale, perché c’è sempre una nuova opportunità che ci attende, anche quando non ne siamo coscienti!