Conosci te stesso: come scoprire chi sono? – Destino Terapia
La maggior parte della gente perde la propria anima quando fa ingresso nel mondo,
con la stessa facilità con cui si perde un libro in un trasloco.
(Christian Bobin)
“Chi sono?” – “Chi non sono?”
Queste sono due delle domande fondamentali da porsi, soprattutto per te che sei entrato in crisi.
Non è sicuramente facile dare una risposta a questi interrogativi, abbiamo scoperto l’acqua calda, però ancor prima di compiere questo step, rispondendo e lavorando su te stesso alla ricerca di risposte, è fondamentale che ti ponga le domande nel modo corretto.
In sostanza, alle domande introspettive “Chi sono?” e “Chi non sono?” viene d’aiuto l’aggiunta dell’avverbio “Veramente”, per ottenere in conclusione le domande:
“Chi sono veramente?”, “Chi non sono veramente?”.
SVOLGIMENTO
Quel “Veramente”, dopo le domande, ti apre ad uno scenario di onestà, di crudeltà e di sincerità interiore che ti lascerà inevitabilmente un senso di vuoto, un punto interrogativo sul futuro, una voragine, il silenzio; tuttavia è importante che tu accolga con serenità tutte queste sensazioni negative, proprio per evitare di darti risposte superficiali ed errate, che influenzerebbero in modo assolutamente negativo la tua riflessione interiore.
A tale scopo, la domanda “Chi non sono veramente?” ti aiuterà ad escludere a priori tutto ciò che realmente non sei, disinfestando il tuo “Database personale” proprio da tutte quelle conclusioni errate e superficiali.
Inoltre. al contempo, ti consentirà di dare il giusto spazio ed il giusto peso alla tua effettiva realtà, alla tua essenza, alla tua vera sostanza.
Ebbene, avendoti illustrato il modo corretto per porti le domande “Chi sono?” e “Chi non sono?”, facendoti notare anche tutti i benefici che puoi trarne, è giusto segnalarti anche diverse forme scorrette da evitare, che potresti erroneamente utilizzare:
–“Chi voglio essere?” – “Chi non voglio essere?”: in questo caso la ricerca non sarebbe più incentrata sulla tua chiamata, sull’essenza, sul tuo progetto o scopo esistenziale, sul tuo paradigma, come direbbe qualcuno, ma anzi entrerebbe in gioco il desiderio. Il desiderio si nutre a volte di quello che non hai avuto, di quello che ti circonda, di quello che hanno gli altri, dei condizionamenti.
–“Chi posso essere?” – “Chi non posso essere?”: in questo caso trasformi la tua essenza a ciò che pensi al momento sia fattibile per te stesso, in base alle tue capacità, alle tue condizioni attuali. Questo scorretto modo nel porti la domanda, colpisce in modo negativo soprattutto gli insicuri e gli incerti che limitano il loro effettivo potenziale per rispondere e farsi condizionare dalla propria insicurezza.
–“Chi devo essere?” – “Chi non devo essere?”: qualcuno diceva che il “Devo” risponde sempre alle esigenze di qualcun altro; dunque neanche questa è la strada da percorrere.
CONCLUSIONE
Ricapitolando quindi, le domande giuste che devi porti per comprendere più a fondo la tua chiamata ed il tuo destino sono: “Chi sono veramente?”, da accompagnare alla domanda “Chi non sono veramente?”
Ad esempio: non sono un manager, non sono un padre di famiglia, non sono una persona che vuole subire, non sono una persona che ama un lavoro rischioso, non sono il sedentario etc…
Dopo un momento di silenzio e di attesa, arriverà sicuramente il senso di vuoto, il senso di voragine. Non ti spaventare! E’ una situazione penosa forse, ma per lo meno ti
starai ponendo le giuste domande. Vogliamo dire che quantomeno avrai inserito la giusta chiave, la quale, arrivato il momento, aprirà la giusta porta che ti consentirà di comprendere la tua personale chiamata, il senso e lo scopo del tuo destino.
Buona vita, buon tutto, buon destino da Rosario Alfano