Siamo pronti per un nuovo Paradigma
Quella che riportiamo di seguito è una breve intervista a Paolo Manzelli, Professore Ordinario di Chimica Fisica all’Università di Firenze dal 1970.
Esperto di Programmazione Neurolinguistica, Fondatore e Presidente dell’Associazione telematica culturale e scientifica EGO-CreaNet (Espansione Globale degli Osservatori sulla Creatività) dal 1997.
Nelle sue conferenze e nei suoi numerosi articoli, viene fuori con grande potenza la sua necessità di esprimere un nuovo Paradigma che riscriva non tanto la scienza ma l’approccio ad essa.
Come se il cambiamento culturale tanto narrato e auspicato sia già in atto e richieda solo di essere visto.
Cosa insegnerebbe alle giovani generazioni, da cosa partirebbe per provare a formare un modo nuovo di percepire e “guardare” il mondo?
IL PROBLEMA VISIVO
Viviamo in un’epoca di Realtà Virtuale e di Realtà Aumentata, dove gli Ologrammi-Virtuali vanno ad es. a sostituire le modelle reali, nelle sfilate di moda, esibendo visioni tecnologiche di immagini ottiche ed elettromagnetiche che simulano la realtà delle bellissime modelle. Alla fine della sfilata le modelle Olografiche vengono trasformate in molteplici sciami di farfalle e/o di palloncini colorati allo scopo di rendere visivo il fatto che le modelle virtuali sono costituite solo da ologrammi tridimensionali di luce.
Malgrado tale evidenza, la cultura tradizionale non riesce a capire che la nostra visione cerebrale corrisponde alla creazione di un ologramma tridimensionale Quantico, creata nel cervello mediante suddivisione delle particelle e della luce(fotoni), in frequenze (emisfero sinistro) ed in lunghezze d’onda (emisfero destro) che si integrano in ENTANGLEMENT nell’area occipitale dove si forma l’ologramma visivo cerebrale.
Laddove si costruisce l’immagine tridimensionale percepiamo come percezione macroscopica dell’ambiente, sia coscientemente durante il giorno, che inconsapevolmente nel Sogno REM durante la notte.
La revisione della falsa oggettività della visione macroscopica è stata una delle tematiche fondanti dell’attività di diffusione e ricerca di EGOCREANET Cluster, dal 2004 ad oggi, ma purtroppo il nostro tentativo di cambiamento del Paradigma Meccanico teso ad annullare il criterio di oggettività della percezione della realtà visiva trova ancora un’assurda difficoltà di essere concepito come un livello superiore di comprensione della Tecnologia Contemporanea degli Ologrammi non più correlata a modelli interpretativi determinati dall’arbitraria separazione tra soggetto e oggetto nella percezione sensoriale.
LA INNER VISION OLOGRAFICA
La percezione visiva tridimensionale dell’ologramma visivo prodotto tecnologicamente è sostanzialmente la stessa che si ha osservando la realtà di giorno come durante il sogno REM. L’informazione visiva viene elaborata dal nostro cervello, come hanno delineato descrivendo i principi olografici di David Bohm e Karl Pribram della creazione cerebrale della ricostruzione quantica del fronte d’onda: è per interferenza che si definiscono gli ologrammi interni della visione interna al cervello.
Osservò Pribram: noi non vediamo l’ambiente di oggetti macroscopici così “per come sono” ma percepiamo solamente la loro informazione macroscopica di superficie, creando gli ologrammi cerebrali come INNER VISION OLOGRAFICA.
È importante capire che la nostra visione del mondo nasce a partire dall’interno del cervello e non dall’esterno dell’occhio in quanto gli occhi non vedono oggettivamente qualcosa che è fuori, proprio in quanto il cervello costruisce le immagini dell’ambiente come simulazioni macroscopiche create dal sistema cerebrale di visione interna Olografica. Pertanto ciò che a noi sembra essere oggettivamente ciò che percepiamo come ambiente, è in gran misura illusorio.
La nostra visione macroscopica è infatti limitata e superficiale così come quando osserviamo la superficie del mare senza domandarci come vivano i pesci che nuotano sott’acqua.
La Scienza Bio-Quantica sviluppata da EGOCREANET Cluster fin dal 2004 ha iniziato con il rimodulare questo errore basato sull’arbitraria e assurda separazione tra il soggetto percettivo e l’oggetto percepito che ancora permane come riferimento obsoleto della visione oggettiva di NEWTON e di KANT.
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